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Reg. CE 261/04
Alla fine di questa stagione estiva, eccoci di nuovo qui a parlare di travel blogger e Instagram, la piazza Social per eccellenza per condividere splendide immagini di panorami mozzafiato e invidiabili mete di viaggio.
Per questa tornata di profili Instagram da scoprire e seguire, per conoscere nuovi posti, nuove storie e ispirazioni di viaggio, abbiamo scelto:
Vediamo insieme chi sono!
“Viaggiare per me significa tutto. È la mia passione, la mia ossessione, la mia scuola di vita, il mio lavoro. Adrenalina e carburante per la vita.”
Parola di Cristina… e a giudicare dall’esplosiva energia che comunica nelle sue foto c’è da giurarci!
“Ho sempre difficoltà a rispondere a questa domanda quando mi viene posta.” ci racconta invece Luca “Credo che ognuno percepisca il viaggio a modo proprio. C’è chi non ha mai viaggiato in vita sua, pur essendo salito su un aereo, e c’è chi viaggia anche senza partire, dal divano di casa propria. Nel mio caso, che di aerei ne ho presi tanti, il viaggio è una forma di liberazione, di evasione. L’idea di salire su un aereo e partire alla scoperta di qualcosa di affascinante, l’idea di sapere che imparerò sicuramente qualcosa di nuovo, mi emoziona ogni volta come se fosse la prima. Il viaggio è vita, è un modo per crescere, per allargare i propri orizzonti e la propria testa. Credo sia un’ottima scuola di vita. Confrontarsi con altre culture, usi e costumi non può fare altro che arricchire interiormente.”
Il lato istruttivo del viaggio, anche per Luca, è un ottima leva per viaggiare, oltre all’aspetto “evasivo”: aprirsi a cose nuove uscendo dal seminato ha sempre qualcosa da insegnare, è questo che fa di un viaggiatore un viaggiatore, non il semplice acquisto di un biglietto aereo.
Tra immagini, ricordi e nuove cose e persone conosciute: questo il “peso” di un viaggio per Simone, e non un mero periodo da trascorrere lontani da casa.
“Probabilmente il viaggio è l'insieme di ricordi, relazioni, immagini impresse che ci rimangono al ritorno. Ecco, più che un periodo che si trascorre "lontani", il viaggio lo definirei così. In fondo, se non rimane qualcosa, un viaggio non può essere considerato tale. Personalmente mi capita di viaggiare spesso: per piacere e per lavoro. Se da una parte ho totale libertà nell'organizzazione, dall'altra ho spesso tempi stretti da rispettare per Hotel - Taxi - Aereo e così via”
Simone è un viaggiatore “da strada”: ama i panorami on the road per apprezzare al meglio le mete dei suoi viaggi. Dalle Highways tra Utah e Colorado, a quelle latine della Terra del Fuoco che sogna per il futuro...
“La meta memorabile è un viaggio fatto questa primavera. Ho visitato Colorado e Utah, viaggiando nelle Highways a cavallo tra i due Stati. Dalle innevate Montagne Rocciose di Aspen all'altopiano semidesertico che si fa spazio tra Denver e Salt Lake City. Di sicuro, invece, la whish list è lunga: se dovessi scegliere, opterei per Argentina e Cile on the road, sulle strade della Terra del Fuoco, giù fino ad Ushuaia.”
“Faccio sempre molta fatica a scegliere un paese che mi abbia colpito in particolar modo.” risponde Cristina “Ogni viaggio è diverso e io sono diversa ad ogni viaggio. Laddove non sono colpita dalla natura ci pensa la gente e viceversa. Ad ogni modo sono rimasta entusiasta dai miei viaggi in Iran, Guatemala, Giappone e Bolivia.”
Mete da segnare sulla wish list… che dite?
“Domanda molto difficile. Tra le mete che ancora sogno ce ne sono almeno quattro che vorrei esaudire al più presto: Indonesia, Filippine, Colombia e Perù. La meta più memorabile, invece, andrebbe indicata in base alle categorie. Ad esempio, la meta metropolitana più memorabile è sicuramente New York, dove ho vissuto sei mesi e dove torno sempre con piacere (il prossimo viaggio a NY sarà il decimo); la meta naturalistica più memorabile, tra quelle viste fino ad ora, sono sicuramente le Seychelles; mentre la meta avventurosa che non riesco proprio a dimenticare è la Giordania, un Paese che mi è entrato nel cuore e che spero di rivedere al più presto. Anche il Senegal non scherza, però eh…
Se viaggi spesso, per lavoro o per piacere (o se sei fortunato, come capita a molti Igers viaggiatori, per entrambe le cose) le infauste evenienze di volo in ritardo, volo cancellato, o negato imbarco per overbooking sono ovviamente dietro l’angolo… a volte possono rovinare una vacanza, altre possono essere un’occasione divertente di riorganizzare viaggi e orari… o di improvvisazioni al limite dell’avventuroso. Cosa sarà successo, nella loro esperienza, ai nostri tre Igers?
“Ho vissuto una brutta esperienza lo scorso anno con la compagnia russa Aeroflot. Ero a Delhi e dovevo tornare in Italia. Al mio arrivo in aeroporto, dopo numerosi rinvii, ho scoperto che il volo non sarebbe mai partito per cause a noi passeggeri totalmente ignote. Il conto del ritardo volo alla fine della disavventura ammontava a 26 ore e, come se non bastasse, al mio arrivo a Napoli, il bagaglio era aperto, rotto e con alcune cose mancanti al suo interno. Non c’ho pensato due volte a rivolgermi al mio avvocato di fiducia, specializzato proprio in questo settore, e a fare causa alla compagnia sia per il ritardo mostruoso sia per il danno al bagaglio. Ad oggi, però, sono ancora in attesa di notizie…”
La disavventura indiana di Luca avrebbe fatto arrabbiare chiunque: chissà, magari se avesse fatto ricorso a No Problem Flights magari avrebbe avuto già l’indennizzo volo in tasca a quest’ora…
“Mi è successo proprio qualche settimana fa, mentre ero in viaggio verso la Thailandia con stop a Doha.” racconta Cristina “Il volo era in overbooking e sono dovuta rimanere a Doha per 17 ore, ad agosto e con una temperatura di 50 gradi! Fortunatamente la compagnia aerea ha provveduto a tutto: la mia vacanza non è stata rovinata, ha solo subito un piccolo cambio di rotta!”
La disavventura di Cristina non è stata particolarmente tragica, anche se certamente disagevole...
“Volo L’Avana - Milano Malpensa. Un guasto della macchina in andata l'ha costretta ad un atterraggio forzato alle Bahamas. Ha significato passare l'intera notte in aeroporto e prendere poi un volo di ritorno "di fortuna" con un'altra compagnia il giorno successivo. Inutile dire che all'aeroporto cubano non è stata fornita alcuna assistenza”
A Simone è capitato quel che può capitare a qualunque viaggiatore: un volo cancellato, e giacigli improvvisati senza nemmeno l’assistenza minima da parte della compagnia aerea responsabile. Se si fa richiesta di indennizzo volo entro 2 anni dall’accaduto, però, si ha diritto ad un rimborso fino a 600€ a seconda della tratta del caso… sfortunatamente l’episodio di Simone risale a più di sei anni fa, ma ci potete giurare che la prossima volta saprà a chi rivolgersi per farsi aiutare ad avere un indennizzo sicuro, veloce e trasparente!