Inserisci i dati del volo: inviarci la richiesta è facile e gratuito.
Reg. CE 261/04
Il Green Pass è ufficialmente attivo in Italia da oltre un mese. A partire dal 6 agosto diventerà obbligatorio anche per andare al ristorante, al cinema e, in generale, per svolgere determinate attività al chiuso. Contestualmente però, in relazione ai viaggi, è necessario conoscere il funzionamento delle regole attorno ai tamponi e ai certificati vaccinali, specie per gli spostamenti verso l’estero.
Abbiamo dunque pensato di riassumere alcuni punti chiave legati ai viaggi, così da fornirvi un quadro completo della situazione.
Per quanto riguarda l’Italia, la risposta è no. Il consiglio in relazione ai Paesi esteri invece è di seguire le regole d’ingresso stabilite da ciascuna nazione. Nel caso in cui non si siano ricevute entrambe le dosi di vaccino, il tampone è obbligatorio (molecolare o antigenico), ma attenzione alle tempistiche: alcuni Stati accettano i test effettuati entro 48 ore prima dell’arrivo, altri entro 72 ore. La terza alternativa è sempre quella di presentare il certificato di recupero per chi ha avuto il Covid-19.
È possbile mostrare e stampare il risultato del test al momento del check-in o dei controlli di frontiera. Oppure si può usare il codice QR (assegnato al tampone) che compare sulla app «Io» e si può inserire in «Immuni»: si ottiene così il certificato Covid digitale Ue con una durata di 48 ore. Attenzione: non sempre chi controlla è dotato di lettore ottico del codice e per questo è meglio avere una copia cartacea.
No. Il Green Pass consente, dal 1° luglio, di circolare liberamente nell’Unione Europea — evitando test e quarantene — a chi è vaccinato con la doppia dose (per i vaccini di Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca) o una (Johnson & Johnson) almeno due settimane dopo l’inoculazione. Per ora la Francia chiede quattro settimane per chi riceve il monodose. Quindi il codice QR della prima dose non vale all’estero ed è necessario sottoporsi al tampone.
Occorre compilare una dichiarazione. In particolare, è necessario creare un profilo e inviare i dati attraverso il «Passenger locator form» (disponibile qui: app.euplf.eu) che poi genererà un codice QR. Tutto questo però non è necessario nel caso in cui ci si sposti per meno di 48 ore all’estero, a patto di essere nel raggio di 60 chilometri dall’abitazione e ci si sposti con mezzo privato. Solo in questa circostanza si può non compilare il formulario digitale di localizzazione.
È possibile dunque tornare finalmente a viaggiare. È bene però, in una situazione di tale incertezza, ottenere l’assistenza adeguata in caso di cancellazione o ritardo dei voli. Le pratiche per far valere i propri diritti possono essere però particolarmente insidiose. Occorre sapere come procedere, a quale ente competente potersi rivolgere, come contattare le compagnie aeree, quale documentazione compilare e a chi inviarla.
Secondo quanto previsto nella Carta dei Diritti del Passeggero, a seguito di una delle circostanze sopra indicate, bisogna compilare un modulo da inviare alla compagnia aerea responsabile del disagio per ottenere l’indennizzo volo. A tale modulo bisogna allegare:
Il risultato di questa procedure articolata è che la maggior parte dei passeggeri rinuncia ad ottenere il proprio rimborso. Con No Problem Flights invece non serve compilare nessun modulo complicato. Tutto ciò che occorre fare è inserire i dettagli del proprio volo e cliccare su “Verifica Indennizzo” per scoprire immediatamente se si ha diritto e a quanto ammonta il proprio indennizzo. No Problem Flights gestirà tutto l’iter burocratico a proprie spese.
Per scoprire a quanto ammonta la compensazione pecuniaria del volo a cui si può avere diritto basta inserire i propri dati nell’apposito modulo di Verifica Indennizzo raggiungibile a questo indirizzo.